Il Sorriso per i giovani di una certa età. Invecchiare è il nostro futuro
roma, 21 - 22 settembre 2018
Le categorie di ‘giovane’, ’adulto’, ‘anziano’, spesso insufficienti a inquadrare il variegato modo di essere di ogni singolo, sono oggi del tutto insufficienti in ragione dei profondi mutamenti sopraggiunti a cavallo dei due secoli in cui ci troviamo coinvolti e del significativo aumento dell’età media della popolazione. Non possiamo dimenticare, infatti, che negli anni Cinquanta l’aspettativa di vita era di 60 anni per gli uomini e di 65 per le donne, mentre oggi si parla rispettivamente di 80 e 85 anni.
Ne consegue che un sessantenne che alla metà del secolo scorso sarebbe stato certamente definito anziano ha oggi un’attesa di vita di circa 20 anni e quest’orizzonte espanso non gli condì sente di definirsi, ed ancor meno, sentirsi vecchio. Il suo sentire lo porta ad affrontare un periodo in cui, libero dai molti stress di quell’età che definiamo adulta lo pone in una condizione di grande libertà personale e di intima soddisfazione. Si tratta di mutamenti sociali complessi che hanno portato ad una ridefinizione delle fasce di età. Ecco dunque che sempre più spesso si sente parlare di giovani (21-25 anni) e di giovani adulti (26-34), di adulti propriamente detti (35-54) ed ancora di tardo-adulti (55-64); si giunge così a quella che un tempo veniva chiamata terza età e che oggi grazie alla sua dilatazione temporale comprende l’apparente ossimoro dei ‘giovani anziani’ (65-75), gli ‘anziani’ veri e propri (76-84) e i ‘grandi anziani’ (85 e oltre). Le fasce d’età, se aggiungiamo l’infanzia e l’adolescenza, sono dunque diventate nove e forse in futuro l’aumento progressivo dei centenari potrebbe rendere necessari nuovi aggiustamenti.
Questa nuova visione delle fasi della vita crea nuovi bisogni e nuove sfide in tutti i campi e proprio per questo anche l’odontoiatria, insieme alle altre discipline mediche, è chiamata ad adeguarsi e dare nuove risposte a nuovi bisogni. Tutte le statistiche ci dicono che tenderanno a scomparire la figura del vecchio edentulo portatore di dentiera, del vecchio con il bastone, del vecchio dai movimenti impacciati per far posto ad una nuova figura che saprà cogliere tutti i vantaggi del progresso medico, psicologico, esistenziale. Quest’anno il Chirone, con la visione interdisciplinare che gli è propria, vuole tracciare un quadro della situazione e interpretare, se possibile, il futuro che ci aspetta. Un segnale di grande speranza e di grande attualità.
Ancora una volta un arrivederci a Roma sempre più numerosi, sempre più coinvolti